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AMORE E SANGUE

AMORE E SANGUE

La stanza era perfettamente in ordine. Nessun segno di colluttazione o di infrazione. La televisione era ancora accesa quando arrivò la polizia. Tutto sembrava essere al suo posto tranne il corpo della donna, rovesciato a terra nel suo stesso sangue. La gola era tagliata da parte a parte: era successo da poco.

Quando arrivò il commissario Sara Capossela, la scientifica aveva già quasi finito di fare i rilievi necessari per le indagini. Le luci blu delle macchine di servizio penetravano dalle finestre della villetta che era diventata lo scenario di un violento omicidio.
«Cosa abbiamo?» chiese Capossela con ancora in bocca il sapore dell’ennesimo caffè. Ormai il turno di notte era diventato un’abitudine: quello della caffeina era solo un vizio, che si portava dietro da inizio carriera, quando le ore piccole erano ancora difficili d’affrontare. «Donna, 45 anni, avvocato civile, single, nessun precedente penale. Le cause esatte della morte le darà l’autopsia ma di certo le hanno tagliato la gola con una lama affilata» rispose un agente in divisa.

«Commissario» continuò «Non ci sono tracce di scasso o di lotta, nessuna impronta o traccia. Probabilmente l’assassino conosceva la vittima».
«Bene…e noi ci troviamo qui per caso o magari avete voglia di dirmi chi ci ha chiamato?> Capossela non era di certo una donna dai modi gentili.

«Mi scusi commissario, glielo stavo per dire, solo pensavo che avrebbe voluto..»
«Senti, arriva al punto che è tardi». Il commissario l’interruppe scocciata.
«Certo: è stata la vicina di casa, una sua amica. Ha dichiarato di averci chiamato perché la vittima aveva un appuntamento con lei questa sera, dovevano uscire insieme. Si è preoccupata perché non rispondeva al cellulare ed al telefono di casa nonostante la sua macchina fosse parcheggiata qui fuori. Quando è arrivata la pattuglia, la porta era aperta, le luci e la televisione accese».
Capossela inarcò una delle sopracciglia che contornavano i suoi grandi occhi verdi.
«Hai anche intenzione di darmi qualche orario o tiro ad indovinare?».
«Abbiamo ricevuto la chiamata a mezzanotte, il medico legale dice che la donna è morta intorno alle 20».
«Voglio sentire la vicina. Tra un’ora in commissariato. Se nel frattempo trovate qualcosa avvertitemi subito».

Il commissario percorse il vialetto che attraversava il giardino. Arrivata in strada si accese una sigaretta, si voltò per una veloce occhiata e capì che dietro all’omicidio si nascondeva una mente lucida ed allo stesso tempo spietatamente violenta. Di solito le due cose non vanno a braccetto. Tagliare la gola di una persona non è una cosa da tutti, come non lo è essere così accorti da non lasciare tracce.

Una volante si fermò davanti a lei
Capossela si rivolse all’agente in borghese che era alla guida.
«Molteni, stavo per chiamare un taxi».
«E perché non l’ha fatto?» rispose lui d’impulso. Si pentì subito.
«Molteni, non fare lo spiritoso altrimenti te ne torni a piedi. Datti una mossa, invece di dare aria alla bocca».
«Certo commissario».
La vittima, Anna De Martinis, era un avvocato dall’apparente vita tranquilla. Non sposata, niente figli, abbonamento in palestra ed al cineforum della città. Faceva acquisti su internet con la carta di credito: libri, strumenti da cucina. L’ultimo era stato un attrezzo per la fisioterapia chiamato “Physio Total Balance” dal sito fisiostore.it.
Il commissario Capossela alzò lo sguardo dai fogli che aveva sul tavolo.
«Molteni!» Gridò.
Il sottoposto entrò dalla porta dell’ufficio.
«Fai una veloce ricerca su questo Total Balance che la vittima ha acquistato ieri mattina, voglio capire cos’è. Già che ci sei portami un caffè per cortesia».
«Commissario sarà il quinto questa sera».
«Molteni quando vorrò un tuo parere a riguardo, non ti preoccupare che te lo chiederò». «Certo commissario, comunque è arrivata la vicina, la faccio entrare?».
«No Molteni lasciamola fuori la sentirò di mattina… Ma che domanda è? Ovvio che la devi fare entrare».
«Certo commissario».

La donna, tale Pamela Sperotto, entrò con lo sguardo assonnato e stanco, ma il suo aspetto, nonostante l’ora tarda, era composto ed ordinato. Era una bella donna, che sicuramente curava molto la sua immagine.
Capossela la fece accomodare. Si scusò per averla fatta venire subito, ma lei era a quanto pare l’ultima persona ad avere avuto contatti con la vittima.

«Mi dica, in che rapporti era con la De Martinis?».

«Siamo…» portò la mano alla bocca e singhiozzò. «Eravamo amiche…ormai da cinque anni, da quando si era trasferita nella casa vicino alla mia».
«Quanto amiche?» chiese con freddezza il commissario.
«Molto, era la mia confidente. Con lei uscivo dalla mia quotidianità, condividevamo i momenti al di fuori del lavoro e della famiglia. Io sono laureata in economia ma sono casalinga, sposata ed ho due figli. Anna era la mia valvola di sfogo. Le volevo davvero molto bene, era una persona fantastica».

Le lacrime incominciarono a scorrerle lungo il viso.
«Capisco. Cosa dovevate fare ieri sera?».
La donna chiuse per qualche secondo gli occhi.
«Dovevamo incontrarci con il personal trainer della palestra che frequentavamo per una cena».

«Solo voi tre?».
«Si, a lei piaceva quel tipo e mi aveva chiesto di trovare una scusa per uscire insieme. Io sarei dovuta tornare a casa prima fingendo un imprevisto».
«Perché lo chiama “quel tipo”?».
«Perché non capisco proprio cosa ci trovasse in lui: lei era una donna affascinante, intelligente, lui un palestrato con un’evidente dipendenza da solarium».
Molteni entrò nella stanza con un caffè in mano.
«Commissario ho controllato, “Physio Total Balance” è uno strumento che serve per allenare i muscoli ed i riflessi propriocettivi delle articolazioni inferiori. È utilizzatissimo dai professionisti del settore».
A quelle parole il volto della Sperotto assunse un’espressione arrabbiata e cupa.
Molteni si rivolse a lei con toni gentili: «Mi scusi, gradisce anche lei un caffè?».
Capossela indirizzò il suo sguardo verso il collega e alzò la sua mano affusolata.
«Vai pure, la signora mi sembra già abbastanza nervosa…fuori».
«Certo commissario».
Sara si alzò in piedi, sciolse i lunghi capelli raccolti a coda di cavallo e si massaggiò il collo con una mano.
Era quasi mattina.
«Signora Sperotto, mi dice cosa l’ha infastidita?».
La vicina di casa della vittima contorse le labbra, espirò dal naso.
«Sono sicura che l’ha comprato per lui».
«Di cosa sta’ parlando?» Domandò Capossela.

«Di quell’attrezzo, Total Balance. Sicuramente voleva fargli un regalo, perché lui è un pezzente e non può di certo permetterselo».
«Mi sembra però un bel gesto: gli voleva regalare qualcosa che gli servisse per il suo lavoro» osservò il commissario scartando una gomma da masticare per compensare il bisogno di nicotina.

«Bel gesto?!» la Sperotto si irritò visibilmente «Negli ultimi cinque anni sono sempre stata con lei, abbiamo vissuto momenti intensi e meravigliosi…e adesso mi mette da parte per andare a letto con quello schifoso!».
«Basta così…è tardi» disse scocciata il commissario.

«Molteni!».
Lui arrivò con passo lento.
«Prima di tutto svegliati perché non mi sembra il caso di dormire. Secondo accompagna in sala d’attesa la signora e torna qui subito».
La donna si alzò sorpresa per quella brusca interruzione.
Qualche minuto dopo, l’ispettore Molteni rientrò nell’ufficio.
«Dica commissario».
«Manda qualcuno in gamba a casa della Sperotto: troveranno l’arma del delitto».
«Come fa a saperlo?».
«Per spiegartelo dovrei disegnarlo ed ora non ne ho voglia, ti basti sapere che lo so per lo stesso motivo per il quale io sono commissario e tu ispettore. Veloce».
«Certo commissario».
Sara uscì dalla stazione di polizia per concedersi finalmente una sigaretta. Le luci dell’alba stavano schiarendo le tenebre notturne.
Era evidente che la vicina di casa fosse innamorata della De Martinis: soffocata dalla vita coniugale e da una carriera mai realizzata, aveva trovato una donna affascinante ed indipendente che le stava vicino. La invidiava e desiderava nello stesso momento. Voleva essere come lei, ma non potendolo fare, voleva possederla. L’idea che la De Martinis potesse innamorarsi di qualcun altro l’ha fatta impazzire. La gelosia è diventata rabbia e l’amore sangue.
Mancavano pochi minuti alla fine del turno.
L’ispettore Molteni la raggiunse sulle scale dell’entrata del commissariato.
«Commissario, hanno ritrovato un coltello da cucina nel garage della Sperotto: all’apparenza è pulito ma la scientifica è già al lavoro per rilevare eventuali tracce».
Sara lo guardò indifferente.

«Se è stata così brava da non lasciare indizi nella casa della De Martinis, dubito che se ne trovino sul coltello. Comunque non si sa mai, continuate a cercare e trattenetela in commissariato, si smaschererà da sola».
L’ispettore si avvicinò e le sussurrò all’orecchio.

«È incredibile, dopo una notte come questa sei ancora bellissima».
Capossela lo fissò con i suoi grandi occhi verdi.
«Molteni ti ricordo che siamo in servizio, datti una mossa e chiama i colleghi». «Certo commissario».
Il sole stava illuminando le strade.

di Luca Rapetti
| 12-08-2016
  • noir
  • racconto